I decadimenti radioattivi e l'ipotesi del neutrino.
Schema della sezione
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Il neutrino fu la prima particella postulata teoricamente per risolvere un problema che per decenni rappresentò un vero e proprio puzzle per i fisici: lo spettro continuo del decadimento beta.
In questa sezione introdurremo le principali caratteristiche dei decadimenti nucleari spontanei e analizzeremo le ragioni che portarono Pauli a postulare nel 1930 l'esistenza del neutrino. Riassumeremo quindi i tratti più salienti della teoria sviluppata da Enrico Fermi per spiegare il decadimento beta assumendo valida l'ipotesi di Pauli
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Il seguente video racconta come Marie Curie e Ernest Rutherford svilupparono i primi strumenti per misurare la radioattività delle sostanze e di come si giunse alla classificazione della radioattività in alfa, beta e gamma.
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Il file introduce alla fisica dei decadimenti spontanei alfa, beta e gamma.
Relativamente al decadimento beta viene presentata la prima interpretazione che ne venne data, sulla base delle misure sperimentali condotte. Questa tuttavia, se corretta, avrebbe portato i fisici a concludere che nel decadimento beta vengono violati i principi di conservazione dell'energia e della quantità di moto.
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In una celebre lettera del 1930 Pauli propone "un possibile disperato rimedio" per salvare i principi
di conservazione: l'idea è che insieme all'elettrone nel decadimento venga emessa un'altra particella ( il neutrino). L'energia emessa nel decadimento, dovuta al difetto di massa, verrebbe così spartita tra elettrone e neutrino ed i principi di conservazione sarebbere ancora validi
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La teoria che spiega come avvenga il decadimento beta avvenga fu elaborata da Enrico Fermi, che introdusse a tal fine una nuova forza fondamentale: la forza elettrodebole.