Una parentesi biografica: Cowan e Reines
da "I cacciatori di neutrini" - Ray Jayawardhana
Nei primi anni '50 molti tra i fisici che avevano fatto parte del Progetto Manhattan erano ormai tornati alla loro attività accademica. Tra quelli che invece erano ancora a Los Alamos c'era un teorico di 33 anni Fred Reins. A Los Alamos partecipò ai test sulle bombe prima e dopo la guerra, inclusi quelli svolti sugli atolli di Bikini e di Eniwetok nell'oceano pacifico. Si concentrò soprattutto sullo sviluppo tella conice teorica che si proponeva di spiegare gli effetti delle esplosioni nucleari, compreso il modo in cui le onde d'urto propagano nell'aria.
Nel 1951 Reines chiese ed ottenne dal suo capo di Los Alamos un periodo di aspettativa per potersi dedicare a questioni di fisica fondamentale. Ripensando a questo momento di svolta della sua vita ricorda di aver "traslocato in un ufficio vuoto di ogni cosa, fissando per mesi un blocco per gli appunti in bianco, alla ricerca di un problema interessante per cui valesse la pena dedicare il lavoro di una vita".
Mentre si interrogava su quali fossero i migliori progetti cui rivolgere la sua attenzione , gli venne in mente che gli ordigni nucleariemettono numeri enormi di neutrini, e ch epotevano reppresentare un modo efficace di rivelare queste particelle sfuggenti. Sapeva che in una reazione a catena la fissione di atomi produce moltissimi nuclei instabili, che a loro volta decadono beta emettendo neutrini. In media da un singolo evento di fissione si ottengono 6 neutrini, quindi il risultato è un enorme flusso di neutrini emessi tutti in una volta. "Dopo qualche calcolo sommario conclusi che la bomba avrebbe rappresentato la sorgente migliore, anche se avevo bisogno di consultare un esperto per esserne sicuro" disse Reines. Fermi si recò in visita a Los Alamos proprio nell'estate del 1951 e Reines si fece coraggio e andò a parlarci per chiedergli un parere. Fermi convenne con Reines che una bomba nucleare sarebbe stata un'eccellente sorgente di neutrini, ma rimaneva il problema che Reines non aveva idea di come costruire un rivelatore capace di misurarli.
Per caso, poco tempo dopo si verificò un evento fortunato. Verso la fine del 1951 Reines stava tornando da Princeton, quando il suo aereo fu trattenuto a terra, all'aereoporto di Kansas City, per alcuni problemi al motore.Con lui c'era un collega di Los Alamos, Clyde Cowan, che aveva ricevuto alcune onoreficienze per il suo lavoro sui radar durante la guerra. Si era unito alla squadra di Los Alamos nel 1949.
I due scienziati , impossibilitati a partire, stavano vagando per l'aereoporto, quando decisero che si sarebbero impegnati in un problema della fisica che meritava di essere stusiato. Reines propose di occuparsi di neutrini e Cowan accettò l'idea: " Non si intendeva come me di neutrini, ma era un ottimo sperimentatore, dotato di coraggio. Ci stringemmo la mano e ci mettemmo a studiare sui neutrini" racconta Reines, ma aggiunse anche : "Perchè decidemmo di misurare neutrini? Perchè tutti dicevano che non era possibile. Non che fossimo suscettibili, ma ci attirava la sfida".
La loro esperienza maturata occupandosi di grandiosi progetti militari aveva forse plasmato il loro approccio particolarmente grintoso. Reines spiegò così la situazione : "Aver lavorato ai test sulle bombe nucleari ci aveva abituato a pensare in grande, a credere che ce l'avremmo potuta fare ..: Tutto questo permeava il nostro spirito. Ogni volta che pensavamo a progetti nuovi, l'idea era sempre di inseguire gli scopi più interessanti e fondamentali senza preoccuparci all'inizio della fattibilità e dei problemi tecnici. A Los Alamos potevamo disporre della tecnologia più avanzata, e questo aumentò la nostra fiducia in noi stessi".