L’ universo conosciuto, esseri umani compresi, è costituito per definizione da materia. Ogni frammento macroscopico di materia è l’aggregazione di elementi microscopici che hanno come strutture fondamentali gli atomi. Questi sono costituiti da elettroni e nuclei, corpi dotati di massa e di carica elettrica di segno opposto, legati fra loro dalla forza attrattiva coulombiana che agisce in modo simile alla legge di gravitazione nel caso dei pianeti e del sole. In ogni atomo il numero dei protoni nel nucleo è uguale a quello degli elettroni. Per questo un atomo è detto elettricamente neutro.

 Gli esperimenti mostrano che gli elettroni sono particelle prive di struttura interna; essi possono essere pensati come puntiformi e sono in senso proprio particelle elementari. Essi sono gli esempi più comuni delle particelle elementari denominate leptoni (che comprendono l’elettrone, i leptoni m e t  e i corrispondenti neutrini; i leptoni costituiscono tre famiglie distinte ognuna formata da una particella carica e un neutrino).

Fra i leptoni, solo l’elettrone e i neutrini sono stabili, mentre gli altri hanno un’esistenza effimera. I leptoni possiedono un momento angolare intrinseco (o spin) s = ½ e per questo appartengono alla più grande famiglia dei fermioni, particelle dotate di spin semintero. Fra i leptoni hanno una posizione singolare i neutrini, che sono privi di carica elettrica e di massa (e pertanto si muovono con la velocità della luce) e sono caratterizzati solo dallo spin.

Diversamente dagli elettroni, i nuclei atomici hanno una loro struttura interna: sono aggregati di particelle dette nucleoni e distinte in protoni e neutroni. I nucleoni hanno massa circa uguale tra loro e circa 2000 volte maggiore della massa dell’elettrone, e sono anch’essi fermioni con

spin ½. Il protone ha carica elettrica uguale e opposta (positiva) a quella dell’elettrone, mentre il neutrone è elettricamente neutro. I nucleoni vengono tenuti insieme nei nuclei grazie a una

interazione detta forte, attiva a piccole distanze (10-15 m) e in grado di vincere la repulsione coulombiana tra i protoni.

 Gli esperimenti mostrano che il neutrone e il protone sono a loro volta aggregati di costituenti elementari detti quark, fermioni di spin ½ dotati della particolarità di avere una carica elettrica frazionaria.

 

 

Neutrone e protone sono le uniche aggregazioni stabili di quark e stanno a fondamento della materia ordinaria. Esistono però altre aggregazioni di tre quark u e d con esistenza sperimentalmente accertata ma effimera: esse costituiscono altri esempi della famiglia delle particelle subatomiche impropriamente dette elementari.

Gli esperimenti mostrano che, oltre a quelle costituenti la materia, in natura esistono altre particelle con proprietà facilmente collegabili alle precedenti: per esempio, nell’atmosfera sono osservabili particelle con la stessa massa degli elettroni e dei protoni ma con carica elettrica di segno opposto (dette, rispettivamente, positroni e antiprotoni). Queste particelle sono presenti in quantità trascurabili rispetto ai costituenti della materia ordinaria, non sono suoi costituenti permanenti e hanno una vita effimera. I positroni sono continuamente prodotti, per esempio, dall’interazione della componente elettromagnetica della radiazione cosmica con i gas atmosferici e gli antiprotoni dal’ interazione dei protoni cosmici. Essi hanno un’elevata probabilità di svanire (annichilare) per collisione con gli elettroni e i nuclei della stessa atmosfera.

Positroni e antiprotoni sono i più comuni esempi di particelle di antimateria o antiparticelle. Gli esperimenti mostrano che a ogni particella si accompagna un’antiparticella: a ogni leptone si accompagna un antileptone e a ogni barione un antibarione. Nel caso di particelle neutre la particella può coincidere con la sua antiparticella (è il caso, per esempio, del fotone e del pione neutro) o non coincidere (ad esempio neutrone e antineutrone sono particelle distinte).

 Una peculiarità della coppia elettrone-positrone è che, quando le due particelle entrano in collisione, la massa e le cariche elettriche ad esse associate svaniscono (o annichilano) e l’energia corrispondente compare sotto forma di fotoni o quanti di energia elettromagnetica. In questo processo vengono emesse proprio quelle particelle, i fotoni, attraverso il cui scambio si realizza l’interazione fra cariche elettriche.

Anche nella collisione fra un protone e un antiprotone, la massa e le cariche elettriche svaniscono e l’energia associata compare come massa ed energia cinetica di particelle più leggere. Quando un antiprotone annichila, tipicamente con uno dei nucleoni costituenti, rilascia una energia pari a due volte la massa dell'antiprotone, circa 1900 MeV. Questa energia, se comparata a quella tipica di legame del nucleo dell'ordine di pochi MeV, era tale da far letteralmente esplodere in nucleo di neon producendo frammenti nucleari molto pesanti (e luminosi) e molte altre particelle tra cui un pione lento che percorreva una spirale di circa 47 cm di lunghezza prima di decadere in un muone (chiamato anche "elettrone pesante") e in un neutrino del quale non si vede l'immagine in quanto privo di carica elettrica. Infine, il muone, dopo aver percorso una spirale di circa 2,6 m di lunghezza, decadeva a sua volta in un positrone (detto anche anti-elettrone o elettrone positivo) e due neutrini non visibili. Anche il positrone percorre una spirale che, a causa della sua energia, ha dimensioni tali da uscire dalla camera e quindi se ne vede solo la parte iniziale.


                                                     

Le immagini  mostrano l'annichilazione, e lo schema del fenomeno, tra l'antimateria, un antiprotone indicato con una p sbarrata con il nucleo di neon, e un gas nobile composto da 10 protoni e 10 neutroni. L'antiprotone era stato prodotto nel complesso di acceleratori del CERN di Ginevra ed estratto dall'anello di accumulazione LEAR (Low Energy Antiproton Ring) del CERN. I fisici, per convenzione, indicano l'antimateria con lo stesso simbolo della materia ma con una barretta sopra. Per esempio p simboleggia il protone, p-barrato significa antiprotone.

L'evento è stato registrato nel 1983, nel corso dell'esperimento PS179 il cui obiettivo era lo studio dell'annichilazione di antiprotoni con nuclei di elio e neon. Questo particolare evento è ormai diventato una icona della fisica delle particelle sia per la bellezza estetica che lo fa assomigliare ad un quadro di Kandinsky sia per il contenuto fisico.

Analogamente, si ha una produzione di coppie quando un fotone di energia superiore a 1.022 MeV (corrispondente alla massa delle due particelle che vengono generate dal fenomeno) interagendo col campo di forza del nucleo, scompare con la contemporanea creazione di 2 particelle: un elettrone e un positrone.  Tutta l'energia oltre la soglia di 1.022 MeV è distribuita in ugual misura tra le due particelle sotto forma di energia cinetica. L'elettrone così prodotto può provocare ionizzazioni, mentre il positrone va incontro ad annichilazione, con la conseguente produzione di 2 radiazioni gamma di 0.511 Mev dirette in direzioni diametralmente opposte (figura seguente).




Ultime modifiche: martedì, 24 gennaio 2017, 12:08