Un ingegnere radio e rdioamatore americano, Grote Reber, affascinato dagli studi di Jansly, decise di studiare in modo sistematico il cielo in cerca di onde radio e a tal fine decise di costruire a sue spese un'antenna molto più avanzata rispetto a quella di Jansky: si trattava di un vero e proprio radiotelescopio, nel quale le onde radio erano raccolte da un grande riflettore parabolico e concentrate nel fuoco, dove era piazzato un radio ricevitore. Reber installò il radiotelescopio nel giardino di casa! Qui sotto lo vediamo immortalato con la sua opera.

Ricordiamo che siamo nella prima metà del secolo scorso, quando la tecnologia radio era solo agli inizi. Ciò nonostante, Reber riuscirà a costruire una parabola di circa dieci metri di diametro con ricevitori operanti alle frequenze di 3300 MHz, 900 MHz e 160 MHz, cose ancor oggi piuttosto difficili da realizzare per un amatore. Reber fece tesoro degli sviluppi tecnologici che nei trent'anni precedenti avevano consentito di selezionare solo il segnale di frequenza di interesse usando circuiti risonanti e di amplificare il debole segnale captato dall'antenna usando le valvole termoioniche.

Reber sicuramente spese parecchie notti insonni registrando segnali radio extraterrestri, dato che di giorno lavorava e di notte riusciva, tra l'altro, a ridurre il rumore sul segnale, dovuto alle scintille provocate dai motori delle automobili in circolazione. Si può facilmente immaginare quante prove egli dovette fare per identificare la natura dei disturbi, quante delusioni a seguito di esperienze fallite, prima di centrare l'obiettivo. Nessuno, al di fuori di lui, potrebbe descriverci quei momenti, rivelandoci l'intima natura di questo straordinario personaggio. Finalmente, solo con l'ultimo ricevitore, quello a 160 MHz (Lunghezza d'onda 1,875 m), riuscì a captare onde elettromagnetiche provenienti dal cielo confermando così i risultati di Jansky.

I risultati da lui ottenuti sono noti. Reber è stato il primo uomo a vedere la Via Lattea alle lunghezze d'onda radio, ultimando nel 1941 la prima mappatura radio della nostra Galassia. Scoprì che la maggior parte dell'emissione radio proviene dal piano della nostra galassia, con un massimo in direzione del centro galattico e rivelò l'emissione di sorgenti localizzate nella costellazione del Cigno e di Cassiopea.

Le sue osservazioni si rivelarono importanti anche al fine di comprendere i meccanismi che nel cielo producono onde radio: la legge di Planck prevede infatti che alle frequenze più basse siano emesse meno radioonde dai corpi caldi mentre Reber aveva osservato che per le onde radio provenineti dal cosmo è vero il contrario pertanto la radiazione che egli misurava con il suo radiotelescopio non poteva avere una natura esclusivamente termica, come supposto dalle teorie correnti a quel tempo. L'interpretazione teorica di questo fatto rimase misteriosa  fino agli anni '50 quando astrofisici del calibro di  V.L. Ginzburg e Hoyle, dimostrarono che l'emissione radio delle sorgenti stellari era prodotta, in parte, da un processo non termico, la cosiddetta "radiazione di sincrotrone" , radiazione emessa da cariche elettriche accelerate.

Ultime modifiche: mercoledì, 28 dicembre 2016, 09:24