2. La strage e la morte di Priamo

Durante la notte, Sinone fa uscire i guerrieri armati dal cavallo: uccise le sentinelle, le porte di Troia vengono aperte, le schiere dei Greci entrano in città indisturbate e si dà inizio alla strage mentre tutti dormono, ignari della tragedia che li attende.

Anche Enea dorme, ed ecco nel sonno gli appare Ettore, con l'aspetto che aveva dopo che, ucciso, fu trascinato da Achille con la biga. Egli non bada alle invocazioni di Enea, ma gli dice piangendo di fuggire perché Troia è invasa senza scampo e l'unica via d'uscita è andarsene lontano, a fondare una nuova città che sarà grande. E, tra fragore d'armi, fulgori d'incendio e tumulto di gente si sveglia Enea: dall'alto della sua casa vede lo spettacolo spaventoso, si arma ed esce, apprendendo che ormai i Greci sono padroni di Troia.

Raccolto un drappello di uomini, Enea nel buio della notte rossa di fiamme accorre al centro della città: uccidono un manipolo di Greci, si vestono delle loro armi e si mescolano tra i nemici, uccidendone molti o volgendoli in fuga, ma sono poi presi d'assalto dai Troiani e sono costretti a fuggire. Si dirigono alla reggia, ridotti ormai a due uomini con Enea stesso: sulla porta è PIRRO NEOTTOLEMO, il figlio di Achille, che la abbatte a colpi d'ariete e dà modo ai Greci di irrompere attraverso essa nelle stanze.

...E quale fu di PRIAMO la fine tu forse chiederai.

Così Enea dà avvio al racconto doloroso della morte del SENEX, nell'ultimo giorno della grande Troia....