2. La strage e la morte di Priamo

2.1. La morte di Priamo

Alla vista del nemico, Priamo cinge le armi e si getta nella mischia dei nemici pronto a morire; ma ecco la voce di Ecuba, la moglie, che con le figlie era accorsa ad abbracciare l'ara degli dei Penati, come colomba in fuga nella nera tempesta. 

Misero sposo, qual follia a cingerti quell'armi ora ti trasse? Ahi, dove corri? Orsù, vieni tra noi: questo altare o ci salverà tutti o tutti qui morremo insieme. 

In quel mentre ecco giungere uno dei figli, Polite, ferito, e dietro a lui il feroce Neottolemo che, davanti agli occhi dei genitori, lo uccise senza pietà. Non poté il vecchi padre sopportare tal vista e, dopo aver ricordato al nemico la magnanimità del padre, il divo Achille, si scaglio contro di lui per vendicare il sangue del figlio.

E Pirro, invitandolo a riferire i misfatti del figlio al padre Achille quando tra poco lo incontrerà nell'aldilà, lo trascina all'altare e in mezzo al sangue del figlio, afferratolo per la chioma, gli immerge nel petto la spada balenante. 

Questa fu la fine di Priamo: e giacque a terra

gran tronco sull'arena, capo dal busto avulso, corpo senza nome