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  • Da sempre l'uomo ha osservato il cielo, dapprima ad occhio nudo, poi con strumenti ottici. Gli oggetti che si sono potuti osservare sono per esempio le stelle, i pianeti, le galassie ed altri oggetti astronomici brillanti. 

    Solo di recente, nel secolo scorso, l'uomo ha compreso che dallo spazio arrivano anche onde e particelle diverse dalla luce, che i nostri sensi non sono in grado di rivelare. Col tempo lo sviluppo della tecnica ci ha permesso di poterle osservare e il loro studio ci ha aperto orizzonti nuovi e spesso inimmaginabili. 

    La radioastronomia è lo studio delle onde radio emesse da oggetti celesti e questa scienza  ha portato a importanti progressi nella ricerca astronomica, in particolare alla scoperta di diverse nuove classi di oggetti: pulsar, quasar e galassie attive (o radio galassie). Recentemente inoltre, questa branca dell'astrofisica sta fornendo importanti indizi sulla formazione delle molecole organiche che hanno portato la vita sul nostro pianeta. La radioastronomia fornisce inoltre importanti indizi relativi alla materia oscura, che appare essere una componente importante nel nostro universo ed anche la radiazione cosmica di fondo fu scoperta per la prima volta usando radiotelescopi.

    Le prime osservazioni in campo radioastronomico vennero fatte quasi per caso nei primi anni del Novecento. Infatti gli astronomi prima di allora non avevano previsto la presenza di sorgenti radioastronomiche nello spazio. Le stelle emettono radiazioni elettromagnetiche e, avendo uno spettro di emissione simile a quello di un corpo nero, emettono solo debolmente nella zona delle onde radio. 

    Nel 1932, Karl Jansky, un ingegnere della compagnia telefonica Bell che si occupava di trasmissione di segnali per telecomunicazioni si accorse che dal cosmo provenivano dei segnali radio : fu il primo passo verso la nascita della radioastronomia.