E' morto Turno: il pianto degli sconfitti
LAURENTO- La città è ancora incredula: grande lo sgomento e l'incertezza tra i Rutuli perchè Turno è morto per mano di Enea. Dopo un vano tentativo di difesa, il re dei Rutuli è stato colpito a morte dall'inesorabile spada del Troiano e la vendetta di Evandro si è finalmente compiuta: ancora una volta il Fato ha avuto la meglio. Entrambi gli eroi erano afflitti da un grave senso di colpa: Enea si sentiva responsabile della morte di Pallante, fidato amico e compagno valoroso, e voleva mantenere la parola data al vecchio padre. Turno, da parte sua, era angosciato per le innumerevoli perdite e per l'accusa di viltà rivoltagli dai suoi attraverso le parole di Sace a causa della sua fuga dal campo di battaglia, distratto dall'inganno della sorella Giuturna.
- Non volevo che si realizzasse il disegno del Fato, - ha dichiarato quest'ultima - e ho solo tentato invano di salvarlo da una morte già decisa. Purtroppo nulla e nessuno può opporsi alla parola del Fato.
Appena Turno è giunto sotto le mura di Laurento, egli ha ordinato a tutti di deporre le armi: sarà un duello all'ultimo sangue tra i due capi degli eserciti avversari a decidere le sorti della guerra. Al vincitore, Lavinia in sposa e il trono di Laurento.
Il duello ha così avuto inizio: scagliate le aste, i due guerrieri imbracciano gli scudi di bronzo e con le spade raddoppiano i colpi, come due tori che cozzano a testa bassa mentre i pastori arretrano atterriti. Intanto sull'alto Olimpo, Giove pone sulla bilancia i destini dei due.
Turno con la possente spada colpisce il nemico mentre le schiere dei Rutuli e dei Latini urlano, ma l'arma si infrange e abbandona l'eroe a metà del colpo, cadendo a frammenti sul fulvo suolo. Fuori di sè, Turno fugge in diverse parti del campo, inseguito da Enea: corre a perdifiato pur senza vedere alcuna via di scampo e per ben cinque volte compie il giro del campo, chiedendo ai suoi che gli rendano la sua spada. ma Enea minaccia di morte chiunque osi intervenire e scaglia contro di lui la sua lancia, che fallisce il bersaglio e si infigge in un oleastro.
E' a questo punto che qualcosa di straordinario accade: l'auriga Metisco, apparso quasi dal nulla (si è saputo poi che non era altri che Giuturna, la sorella di Turno, che ne aveva assunto le sembianze), ha restituito a Turno la spada, provocando di conseguenza l'indignazione della dea Venere, che a sua volta ha ridato a Enea la sua lancia, svellendola dal tronco in cui si era conficcata.
Sull'Olimpo Giove sta seguendo il duello in compagnia di Giunone e la invita a desistere da ogni altro inutile tentativo di salvare Turno: un patto è così stipulato. Vinca pure il Troiano, ma devono sparire il nome, la lingua e le tradizioni di Troia. Dopo l'unione tra i due popoli, saranno lingua, nome e tradizioni dei Latini a prevalere. Così è detto e stabilito, come il nostro inviato ci ha riferito:
Sia Lazio, siano re Albani nei secoli,
sia la romana progenie potente del valore italico;
cadde, e lascia che sia caduta, Troia con il suo nome.
Dopo questa decisione, lo scontro ha assunto una piega inaspettata: un gufo ha cominciato a importunare Turno, svolazzando impertinente davanti al suo volto e sferzando a colpi d'ala il suo scudo; ma Giuturna ha riconosciuto in quell'uccello la Dira e, strappandosi i capelli e colpendosi il volto conle unghie e il petto con i pugni, ha dovuto abbandonare il campo e discendere nelle acque del fiume con alti gemiti. E così, il poveretto, accortosi di essere solo e di non avere più il fido Metisco di fianco a sé, comincia a vacillare, non riesce a scagliare con la consueta forza il macigno con cui avrebbe ucciso Enea ed è colpito alla coscia dalla lancia del Troiano.
Alle parole di supplica di Turno, che chiedeva a Enea di risparmiarlo pensando a suo padre, tutti si sarebbero aspettati un atto di pietà e infatti il Troiano stava già per lasciare libero il nemico senza infierire su di lui, ma poi qualcosa ha suscitato la sua ira e senza pietà ha calato un terribile fendente sul Rutulo gridando, come è stato udito distintamente in tutto il campo:
E' Pallante che ti vibra questo colpo.
Si è poi chiarito il motivo del comportamento di Enea: Turno indossava il balteo che aveva sottratto a Pallante, quindi la sua morte è la giusta vendetta promessa al padre Evandro. E così la Fides ha dovuto prevalere sulla Pietas.
