LA SIGNORINA HEIDI
La persona più caratteristica incontrata durante le mie ultime vacanze al mare è stata certamente Heidi Krugen, una signora non più giovane e non molto alta di statura, che tutte le matta la stessa ora usciva dalla cabina con un costume intero a fiori e si avviava, dondolando, a prendere il sole su uno stupendo telo di spugna largo come il mare su cui nuotavano, tra fiori di pesco rosa, due delfini azzurri. Era proprio in questi momenti che si potevano ammirare i suoi fianchi da cetaceo e le cosce coperte dalla cellulite. Nei giorni di cielo coperto, in cui indossava il costume di raso a righe orizzontali rosse e blu, nessuno poteva ignorare il ventre così largo e gonfio che pareva uno spinnaker. Era uno spettacolo inimmaginabile! Uno spettacolo ancora più divertente era vederla arrabbiarsi con i bambini, infastidita dai loro giochi: ecco allora che, con una voce di falsetto acuto che nessuno avrebbe mai immaginato, cercava di allontanarli dal suo telo di spugna su cui era caduta la palla che cercavano di andare a riprendere. Imperdibili erano i momenti in cui, come un fulmine, a un tratto si alzava e si toglieva la parrucca bionda, rimanendo con la sua boccia di capelli cortissimi e castani, rasati come quelli di un soldato. Era arrivato, infatti, per lei il momento di entrare in acqua per fare il bagno e allora avveniva una trasformazione inaspettata perché, sotto il costume usato per prendere il sole, ne aveva un altro, di solito olimpionico di uno strano blu elettrico a cui ben si abbinava una cuffia rosa con i fiori in rilievo probabilmente allacciata in origine sotto il mento con un cinturino, che aveva rotto tirandolo all’inverosimile. Là si vedeva, poi, correre a balzelloni verso la doccia, stranamente con un altro costume: un bikini giallo che esaltava ancora di più le sue morbide forme. Se ci si trovava nelle vicinanze, allora, là si sentiva canticchiare con una voce da basso profondo che non pareva neppure quella di prima. Amava intonare delle strane marcette militari, che conosceva solo lei e che lasciavano tutti a bocca aperta. Non ha mai parlato con nessuno per tutto il tempo in cui è rimasta in paese, ma alcuni dicono di aver sentito la sua voce al mercato, dove si recava a fare la spesa, sempre con lo stesso vestito a righe e un cappellino di paglia su cui spiccavano ciliegie e rose. Metteva qui in bella mostra le braccia con la pelle cadente e i fianchi abbondanti, ancora più evidenziati dalle righe orizzontali dell’ abitino in maglia leggera: nessuno capiva quel suo modo di parlare straniero, né tedesco né inglese e per questo si infuriava, facendo di nuovo risuonare la sua voce acuta da falsetto, che pareva l’abbaiare di un volpino. Dato che non potevano capirla, seccatissima se ne andava via, abbandonando il sedano e le carote sulla bancarella, mentre borbottava in basso profondo, di nuovo con la parrucca gialla ondeggiante tra l’ombra e il sole …