IL GIAPPONE: UN LUOGO DA CONOSCERE

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Libro: IL GIAPPONE: UN LUOGO DA CONOSCERE
Stampato da: Utente ospite
Data: giovedì, 16 maggio 2024, 05:17

Descrizione

Un presentazione delle località più caratteristiche del GIAPPONE, a partire dalla sua particolare conformazione geografica. 


1. LE ISOLE DEL GIAPPONEE

Le quattro isole principali del Giappone sono le seguenti:

  1. HONSHŪ al centro
  2. SHIKOKŪ
  3. KYŪSHU a sud 
  4. HOKKAIDŌ all’estremo nord
 Ognuna di esse possiede una propria unicità, una propria storia, ed un proprio sviluppo, e per scoprire la vera essenza della cultura giapponese, la cosa migliore è intraprendere un tour del Giappone che permetta di visitare tutte le sue isole. 

La maggior parte del territorio giapponese, nonostante si tratti sempre di isole (anche di piccola estensione, talvolta), è montuoso: le maggiori altezze si registrano nella parte centrale dell’isola di Honshu dove, oltre al monte Fuji (alto 3.776 metri), sono presenti numerosi picchi di origine vulcanica quali Hodaka, Shirane ed Haku (tutti ben oltre la soglia dei 2.500 metri). La vastità delle terre emerse presenta, proprio per la particolarità della lunghezza di tutta la nazione, un clima, nonché una vegetazione, assai diversificate: si passa da un ambiente sub-artico presente nell’isola di Hokkaido, ad uno sub-tropicale (ovviamente più a Sud).





1.1. HOKKAIDO

HOKKAIDO: l'isola più settentrionale del Giappone, ancora selvaggia e poco abitata; il nome significa "via del Mare del Nord"

Tra le isole che costituiscono il Giappone, Hokkaido è quella con il clima più rigido, simile a quello della Finlandia: qui le estati sono molto brevi e miti, e gli inverni lunghi e rigidi; proprio questo a febbraio si tiene il “Festival della neve”, una settimana durante la quale vengono create sculture di ghiaccio di straordinaria bellezza.

Ma l’isola di Hokkaidō non è famosa solo per le sue sculture cristalline: essa ospita infatti una natura incontaminata di straordinaria bellezza, fatta di laghi in cui si riflette l’azzurro del cielo, cascatefiumi e pianure; per questo l’isola attrae gli amanti della natura e di ogni tipo di sport, da quelli invernali nei mesi più freddi al campeggio e all’escursionismo tra giugno e settembre. Dato che il nucleo storico e culturale del Giappone è formato da Honshū, Shikoku e Kyūshū, Hokkaidō costituisce una sorta di regione autonoma del Giappone, a causa anche della sua estrema vicinanza all’isola russa di Sachalin, da cui la separa solo lo stretto di La Pérouse. Un’altra interessante particolarità, è che l’isola di Hokkaidō ospita più di 60 vulcani, che costituiscono il 10% dei vulcani di tutto il mondo.

L’isola di Hokkaido è suddivisa in quattro aree principali:

  • Douou, ovvero l’area centrale, che si situa nel centro dell’isola e comprende Sapporo una animata cittadina dove è possibile girare tra ristoranti e locali. Si tratta della parte più industrializzata e moderna, al pari del resto delle grandi città giapponesi. Anche qui però, a pochi chilometri da Sapporo, troviamo ricche distese naturali e grandi foreste.
  • Donan è invece l’area meridionale, quella più piccola, rinomata per la qualità del pesce e dei crostacei. Qui troviamo Hakodate, la città portuale più a sud dell’Hokkaido, che possiede un affascinante centro storico ottocentesco. Hakodate è connessa con uno dei tunnel ferroviari sommersi più lunghi al mondo, la nuova linea Shinkansen, attraverso cui viaggiare fino a Tokyo.
  • La parte più selvaggia dell’isola è quella orientale, chiamata Doto, dove le foreste che la attraversano ricoprono la maggior parte dell’area. Perla di questo posto è il parco naturale di Shiretoko, dove vive una vasta e diversificata fauna.
  • Infine Dohoku, l’area settentrionale, è la meta ideale per chi ama il clima freddo e l’inverno, stagione nella quale si tengono numerosi festival. È meraviglioso perdersi tra le montagne innevate di questa parte dell’isola.


Il treno SHINKANSEN

Un lago magico, le cui acque cambiano colore in base alla stagione e al momento della giornata si trova sulla riva sinistra del fiume Bieigawa e si chiama BLUE POND.

Le sue sfumature blu abbagliano e gli alberi che si ergono dal suo interno completano questo paesaggio zen. Soprattutto quando la neve regala un tocco di magia in più il  lago diventa così bello e affascinante in cui molti tornano proprio perché non è mai uguale pur non cambiando mai.  La superficie del Blue Pond è di un abbagliante turchese che sfuma in tutte le tonalità dell'azzurro e del verde, sino a diventare color smeraldo in primavera. Non si tratta di un lago naturale, ma non per questo il fenomeno del suo colore cangiante è comandato dall'uomo. Blue Pond è stato creato nel 1988 su iniziativa delle autorità giapponesi a seguito dell’eruzione del vulcano Tokachidake, come diga di protezione della zona a Sud della città di Biei. 

La dimostrazione dell'artificialità è data anche dalla forma triangolare. Mauna spiegazione sulla sua magica colorazione ancora non è stata data. Al momento la tesi più plausibile è la presenza di una grande quantità di idrossido di alluminio che ha creato una patina idrofoba in grado di riflettere la luce solare, creando un fenomeno unico nel suo genere. Altri complici sarebbero lo zolfo e il carbone disciolti nelle acque che rendono il fondale bianco, facendo spiccare ancor di più l’azzurro dell'acqua.

   




1.2. HONSHŪ

Honshū è invece la più grande delle isole giapponesi, e infatti il suo nome significa “provincia principale”: qui si trova infatti la capitale Tokyo, una delle metropoli più tecnologiche e cosmopolite del mondo, i cui quartieri hanno ognuno un’anima diversa.

Oltre a Tokyo, ad Honshū si trovano altre importanti città, come OsakaHiroshimaKyotoNara e Yokohama; ma l’isola non è solo città all’avanguardia, dato che ospita anch’essa paesaggi naturalistici meravigliosi: tra questi troviamo le Alpi Giapponesi, una catena montuosa di origine vulcanica che attraversa tutta l’isola, il Monte Fuji, un vulcano attivo che è la vetta più alta di tutto il Giappone e montagna sacra a molte sette e religioni, ed il litorale del Mar del Giappone.

IL MONTE FUJI

Formatosi circa 100.000 anni fa, le ripetute eruzioni vulcaniche hanno gradualmente trasformato il Monte Fuji nella più imponente montagna del Giappone, alta 3.776 metri. L'ultima eruzione, avvenuta nel 1707, durò 16 giorni e la cenere vulcanica arrivò fino alla città di Tokyo. L'attività vulcanica ha inoltre originato l'Hoeizan (una delle cime secondarie del Fuji), i cinque laghi alla base della montagna e numerose grotte vicino alla foresta di Aokigahara. L'area è inoltre costellata di sorgenti termali ricche di minerali che rendono la regione un paradiso sia per le attività ricreative all'aperto che per il relax. Nel corso dei secoli, i giapponesi hanno forgiato un legame spirituale con la montagna. Una leggenda narra che l'asceta religioso Hasegawa Kakugyo (1541-1646) abbia scalato la montagna più di 100 volte. Le sue imprese hanno condotto alla formazione del Fuji-ko, un gruppo di adoratori del Monte Fuji. La setta, per mostrare la sua dedizione, ha costruito santuari, creato monumenti rupestri e digiunato. Il fanatismo mostrato dalla setta condusse lo shogunato di Tokugawa a vietare la religione, ma nonostante ciò, la lunga tradizione di questo culto giapponese ha fatto sì che la montagna rimanesse venerata e consacrata come luogo di grande importanza spirituale. 


I CINQUE LAGHI

La regione dei cinque laghi si trova all'estremità settentrionale del parco naturale Fuji-Hakone-Izu nella prefettura di Yamanashi. Qui si trovano cinque laghi nel mezzo di varie catene montuose e vulcani che sono stati creati durante un'eruzione del Fuji-san. In precedenza vi era una un solo grande lago che i flussi di lava ha diviso in diversi pezzi. A sud di questi laghi c'è il maestoso Monte Fuji. La regione è costellata di siti Unesco tutti relativi al Monte Fuji. 

Ogni stagione è indicata per visitare la regione dei cinque laghi, sebbene il periodo per godere al meglio di tutte le attività e scalare il Monte Fuji sia dalla primavera all’autunno. Nella stagione autunnale i sentieri di trekking e le sponde dei laghi si colorano di tinte nostalgiche sui toni del rosso e del dorato, mentre in primavera i fiori di ciliegio regalano una cornice romantica alle viste sul Monte Fuji. Se viaggiate tra la metà di aprile e la fine di maggio, non perdetevi il Festival Shibazakura, nei pressi del lago Motosuko: un’occasione unica per vedere uno sconfinato “tappeto” di fiori shibazakura, chiamato anche muschio rosa, che si estende ai piedi del Monte Fuji.





1.3. SHIKOKŪ

SHIKOKŪ è la più piccola delle quattro principali isole giapponesi, e anche la meno sviluppata dal punto di vista turistico: visitarla significa immergersi completamente nella cultura giapponese e nelle usanze della vita quotidiana di questo popolo, che qui sono ancora relativamente poco influenzate dalla globalizzazione. Inoltre a Shikoku avrete l’opportunità di fare un’escursione nello spettacolare Parco Nazionale di Ashizuri Uwakai, e di visitare le sorgenti termali di Dogo, le più antiche del paese. 

PARCO NAZIONALE DI ASHIZURI UWAKAI si trova nella punta sudoccidentale dell'isola di Shikoku, in Giappone. Il parco è sparso su piccole aree lungo il lato occidentale di Shikoku tra le prefetture di Ehime e Kōchi. 


1.4. KYŪSHŪ

KYŪSHŪ è la terza isola giapponese per estensione: proprio qui ebbe inizio la storia della civiltà giapponese, e vi alcune importanti città come Nagasaki, capoluogo della prefettura omonima, BeppuKagoshima e Fukuoka, la città principale dell’isola. A Kyūshū si incontrano il paesaggio montuoso, con Monte Aso, il vulcano attivo più alto di tutto il Giappone, e il paesaggio marittimo; qui infatti la regioni di Kagoshima e Miyazakihanno un clima subtropicale, senza contare la prefettura di Okinawa, la quinta isola del Giappone per estensione, rinomata meta turistica per le sue spiagge meravigliose e il collegamento marittimo con altre splendide isole.

Perché visitare questa isola?

  • è la culla della civiltà giapponese
  • ci sono i templi e santuari tra più antichi del Giappone
  • città moderne, storiche
  • uno dei castelli originali più grandi
  • sorgenti termali e onsen
  • un natura meravigliosa
  • un super vulcano attivo
  • luoghi di leggende e miti
  • molto altro ancora…

Aso è una città della prefettura di Kumamoto immersa nelle risaie e circondata da quelle che sembrano montagne, ma che in realtà sono le pareti di un supervulcano attivo. La città si trova nella caldera del monte Aso che si è formata migliaia di anni fa durante una terribile e potente eruzione. La caldera ha una circonferenza di 100 chilometri, è la più grande del Giappone e tra le più grandi del mondo. Nei secoli è diventata un fertile zona di risaie e montagne verdi ma al centro si trovano ancora delle cime attive e fumanti. Nei dintorni del monte c’è una bellissima zona di verdi praterie dove si possono fare escursioni a cavallo, partendo dalla fermata del bus del Museo del Monte Aso. Il Museo spiega la storia e la conformazione del monte.

Una spettacolare gola, una grotta leggendaria e un demone sanguinario fanno di Takachiho, nella prefettura di Miyazaki nel Kyushu, un luogo imperdibile! Circondata da verdi e rigogliose montagne Takachiho è stato secondo la leggenda il luogo dove Amaterasu, la dea del sole shintoista, stanca e amareggiata dai continui dispetti e scherzi del fratello Susanoo di ritirò in una grotta. Sempre secondo la leggenda a causa di questo sul mondo calò l’oscurità fino a quando Amaterasu uscì  attirata dalle risate delle divinità che danzavano all’entrata dalla grotta.

Takachiho è stata anche il teatro dello scontro tra il demone Kihachi, che terrorizzava i villaggi della regione, e Mikenuno-Mikoto, fratello del primo imperatore del Giappone, che lo sconfisse. Ancora oggi è ancora possibile vedere la gigantesca roccia che il demone scagliò contro  Mikenuno-Mikoto.

La gola di Takachiho

È il motivo principale che attira i turisti in questa zona. La spettacolare gola scavata dal fiume Gokase nella roccia vulcanica del monte Aso è una stretta “V” le cui pareti a strapiombo sono alte circa 80 metri, la gola è lunga 7 chilometri di cui 1 è percorribile a piedi.  A metà della gola si trova le cascata Minainotaki che con i suoi 17 metri è considerata una delle più belle del Giappone.  Per vedere da vicino la gola e le cascate si può noleggiare una barchetta a remi,  altrimenti se la si vuole vedere dall’altro si può percorrere il sentiero panoramico che dalla gola raggiunge il santuario di Takachiho.  Nella zona della gola c’è anche un area picnic, qualche ristorante e un laghetto per pescare.

Il Santuario di Amanoiwato

È il santuario costruito vicino alla grotta in cui si è ritirata Amaterasu.  Per visitare la grotta bisogna farsi accompagnare da un sacerdote, ci sono delle visite ad orari fissi che partono dall’ufficio del santuario (per gli orari consultate il sito ufficiale). La zona è considerata un punto di “energia spirituale” infatti se percorrete il sentiero che conduce al vicino fiume vi troverete circondati da pile di pietre in equilibrio messe dai pellegrini che raggiungono questo sacro luogo.  Il sentiero conduce a una grotta che sempre secondo la leggenda, è il luogo dove le divinità discutevano la strategia per far uscire Amaterasu dal suo ritiro.

Il Santuario di Takachiho

Il santuario è poco distante dalla stazione degli autobus e lungo la strada che porta alla gola, non ha degli edifici particolarmente interessanti ma è il contesto in cui si trova il motivo per visitarlo. Il santuario è immerso nella natura e circondato da alberi altissimi da cui la luce fa fatica a filtrare rendendo l’atmosfera molto “spirituale“.   Anche questo è il luogo di una leggenda: se si cammina attorno ai sacri alberi gemelli tenendo per mano un persona con cui si ha un legame, questo non si spezzerà mai e si resterà legati per tutta la vita.

Ogni sera al santuario si svolge una versione ridotta della Yokakura, la danza che rappresenta tutta la leggenda di Amatersu (Dalle 20 alle 21 a 700 yen). La versione completa della Yokakura è composta di 33 parti e viene rappresentata il sabato sera da metà novembre a metà febbraio in vari luoghi di Takachiho. La storia è rappresentata da ballerini con maschere tradizionali e accompagnati da musicisti con strumenti tipici giapponesi.







2. LA FIORITURA DEI CILIEGI


Letteralmente, “hanami” significa “ammirare i fiori” e in Giappone si tratta di una vera e propria tradizione iniziata 1300 anni fa, diffusasi poi in tutto il mondo. Le feste sotto ai ciliegi in fiore sono tipiche del Sud-Est asiatico ma negli ultimi decenni si celebrano anche in Europa e negli Stati Uniti.

Tutto però è iniziato in Giappone nel 700 d.C., e ancora oggi l’hanami è una tale passione che è addirittura il servizio meteo giapponese che allerta la popolazione prevedendo quando avverrà la fioritura e tutti si mobilitano per prepararsi ai festeggiamenti.

I fiori protagonisti dell’hanami sono i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) e in misura minore quelli degli alberi di prugne (ume) e possono essere ammirati sia di giorno sia di notte.

Il fiore di ciliegio, nella cultura giapponese, riveste dei significati molto importanti e centrali in diversi ambiti. Poiché il sakura è un fiore che sboccia in modo molto appariscente ma dura per pochi giorni, è diventato il simbolo della stagionalità, della caducità della bellezza e, per estensione, della vita.

La metafora del sakura è centrale nel buddismo, soprattutto nel buddismo zen, dove il fiore del ciliegio ricorda ogni anno la natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare.

Non a caso, in particolare i Samurai venivano paragonati ai fiori di ciliegio: la loro vita era magnifica e potente ma sempre pronta a spegnersi nel momento di maggiore vigore.

Il bushido, ovvero la morale e la vita dei samurai, ha una simbologia profondamente intrecciata con quella del sakura: come il ciliegio mette tutta la sua energia in piccoli fiori modesti, ma che insieme danno vita ad uno spettacolo maestoso, così i samurai con la loro singola modestia possono formare un’armata molto forte.

Allo stesso modo, come il ciliegio può vedere la sua intera fioritura spazzata via dal vento ma nonostante ciò fiorisce ogni anno, così nel bushido si dà tutta la propria energia sapendo che può essere uno sforzo effimero.

In battaglia, i samurai affrontavano gli scontri con lo spirito del sakura e ne imitavano l’insegnamento in ogni aspetto della propria vita: mettere il massimo impegno e dedizione in ogni cosa, senza che la paura della morte possa influenzare i propri comportamenti.

In tempi più moderni, i fiori di ciliegio venivano spesso dipinti sugli aerei delle missioni kamikaze durante la seconda guerra mondiale e i piloti portavano con sé un ramo di ciliegio prima del decollo.

Ai giorni nostri, l’ammirazione per il ciliegio e le sue fioriture maestose ma brevi è celebrato attraverso la contemplazione di questi splendidi fiori in diverse parti del Giappone.

Proprio il Giappone ha dedicato tutta la sua passione per questo albero così evocativo e dalla profonda simbologia, coltivandone diverse varietà che ornano alcune delle località più belle dell’intero Paese, sia nelle metropoli sia nelle parti lasciate alla natura.

La cura millenaria del sakura rende il Giappone una meta di veri e propri pellegrinaggi alla ricerca della località più bella in cui ammirare lo spettacolo di un evento che si ripete ogni anno.

La tradizione dell’hanami, l’ammirazione per un tipo di bellezza così spettacolare e tuttavia momentanea, che sparisce dopo poche settimane, porta oggi milioni di giapponesi e di turisti nei parchi cittadini e nelle lande della campagna per ammirare uno dei momenti dove la bellezza della natura è mozzafiato.

Le feste per l’hanami sono bei party all’aperto che possono consistere in un semplice picnico anche in una festa vera e propria, con balli, musiche e intrattenimento. Le feste per l’hanami più suggestive sono quelle notturne, dove i ciliegi sono adornati con le caratteristiche lanterne di carta.

L’hanami è praticato in modo più organizzato e vistoso nei grandi centri urbani: basti pensare che a Tokyo, ogni anno, passano più di 10 milioni di visitatori e molti di essi partecipano all’hanami. 

Si tratta di un evento molto sentito e per goderlo pienamente bisogna assicurarsi di avere con sé tutto il necessario per non soffrire il freddo e l’umidità che sono tipiche di gran parte del Giappone in primavera, senza dimenticare anche tutto il necessario per il tradizionale picnic all’aperto.







2.1. PARTECIPARE A UN HANAMI

Ecco cosa mettere nello zaino: non può mancare innanzitutto un telo impermeabile da stendere sull’erba: a differenza dei nostri teli in cotone, per i picnic durante la stagione primaverile vi sarà utile per evitare di inzupparsi di rugiada.

Nei principali parchi cittadini potrete vedere distese di bei teli blu srotolati sui prati. È una buona idea scegliere un telo abbastanza grande da poter ospitare sia le persone sia l’occorrente per il picnic, senza però esagerare, in quanto i prati sono molto affollati ed è cortesia non occupare più spazio del necessario.

Per proteggervi dal freddo non dimenticate degli abiti caldi: la bellezza dei sakura vi terrà nei parchi per molte ore e potrete trovare in vendita anche i comodi scaldamani o scaldacorpo usa e getta.

Il classico “hanami bento” per un picnic:

 Durante l’hanami si mangia il tradizionale bento (chiamato per l’occasione hanami bento), il vassoio a scomparti dove vengono composti dei bei pranzetti a base delle specialità giapponesi di stagione.
Questi bento tipici per la stagione dell’hanami sono a base di verdure intagliate artisticamente e spesso viene proposto il pesce; li potete acquistare nei conbini o nei supermercati.

Da non dimenticare un sacchetto in cui raccogliere i residui del pasto alla fine del picnic, in quanto sono molto rari i cestini della spazzatura in luoghi pubblici e nelle stazioni (a causa del famigerato attentato del 1995 per mano della setta religiosa dell’Aum Shinrikyo).

Nelle feste dell’hanami notturno ad Okinawa, le serate saranno organizzate da enti e locali delle varie località e non vi dovrete preoccupare del pranzo al sacco, ma non dimenticate una buona macchina fotografica perché lo spettacolo delle migliaia di lanterne accese che pendono dai rami di sakura è assolutamente da immortalare!





2.2. IL TEMPO MIGLIORE

La fioritura avviene in periodi diversi a seconda della latitudine, ma si concentra tendenzialmente verso aprile nella maggior parte dell’arcipelago (ultima settimana di marzo e prime due di aprile), in coincidenza con l’inizio delle scuole e dell’anno fiscale giapponese: un vero periodo di “rinascita” in molte attività quotidiane.

Come da noi, le regioni meridionali sono più calde e le fioriture avvengono prima.
Per comodità, data la grande varietà di ciliegi presenti in Giappone, per i periodi di fioritura si preferisce fare riferimento alla varietà di sakura nota come il Somei Yoshino, la più diffusa in tutto il Paese.

Statisticamente, la prima città in cui si possono ammirare i sakura è Naha, nella parte meridionale dell’isola di Okinawa: qui i sakura della varietà kanhizakura iniziano a sbocciare dopo metà gennaio e arrivano alla piena fioritura all’inizio di febbraio. Il loro color ciclamino li rende molto particolari.

Le ultime località in cui la fioritura dei ciliegi arriva a compimento sono quelle a nord, come Sapporo, nell’isola più settentrionale dell’arcipelago: qui la piena fioritura si ha all’inizio di maggio.

Le diverse località hanno modi simili di festeggiare i ciliegi in fiore, anche se spesso cambiano le location migliori e ovviamente cambiano i periodi di fioritura.

Partiamo dalla zona centrale, dove si trova la capitale: a Tokyo, in occasione dell’hanami, si può godere di uno spettacolo da dieci milioni di visitatori all’anno. Qui la fioritura arriva fra fine marzo e inizio aprile e si festeggia tradizionalmente nel parco Ueno Onshi, decorato da migliaia di ciliegi giovani e antichi, ma la fioritura si può ammirare anche al Shinjuku-Gyoen National Garden, dove si tiene uno degli hanami party più belli del Giappone.

Per chi cerca dei momenti più contemplativi, è particolarmente consigliata la zona del Monte Fuji, con le sue vedute maestose e le vallate fiorite abbinate allo spettacolo del Fuji Shibazakura, o “muschio rosa”, che cresce ai piedi del monte.

Lo stesso periodo di fioritura si ha anche a Kyoto, che è una meta imperdibile per un tour del Giappone. Per ammirare i ciliegi in fiore, potete scegliere se perdervi nei templi, con la loro secolare tradizione di hanami ai margini della giungla e contemplare la fioritura in solitaria, o se partecipare alle feste dei parchi centrali.
Una delle vedute migliori è quella presso il Kinkaku-Ji, splendido tempio buddista zen, noto anche come Padiglione d’Oro perché ricoperto di foglie d’oro.

Nello stesso periodo il sakura fiorisce anche nella prefettura di Nara. Il Monte Yoshino offre uno dei migliori belvedere del Giappone durante il periodo della fioritura. Le vallate diventano candide per la fioritura degli Yamazakura, i ciliegi dai petali bianchi, ed è possibile incontrare anche i cervi che passeggiano nel parco della città (ricordate di non tenere cibo in mano, altrimenti vi assalgono!).

Hirosaki, città del Giappone settentrionale, ospita un parco con più di 2500 piante e molte di queste sono ciliegi, piantati a formare aree alberate, viali e tunnel, riviere dei canali. Il parco è attrezzato con aree picnic e piccole imbarcazioni. È uno dei luoghi più romantici e incantevoli in cui trascorrere i giorni dell’hanami, durante il celebre Hirosaki Sakura-matsuri (Festival della Fioritura dei Ciliegi) ma vale la pena visitarlo anche solo poche ore, grazie alla bellezza di tutto l’ambiente, con piccole alture, ponticelli tradizionali in legno, tutto bello e curato come una miniatura.




2.3. SAKURA: NON UN CILIEGIO CILIEGIO

Esistono più di 600 varietà d’albero chiamate “ciliegio” e i profani riescono a distinguerne alcune più che altro per il colore dei fiori, che possono andare dal bianco candido al rosa via via più carico, passando per il ciclamino fino ad arrivare ad un rosso carminio molto impressionante e vivido. 

Anche il numero di petali è molto variabile, dai 5 petali canonici delle varietà più diffuse fino alla ventina di petali per la varietà Ichiyo, fino a raggiungere il centinaio di petali per fiore con i Kikuzakura. Per non arrivare impreparati nella terra del Sol Levante durante la fioritura dei ciliegi, ecco le varietà più frequenti e apprezzate:

Il Somei Yoshino: ha dei fiori rosa pallido, da lontano sembrano quasi bianchi. È il più coltivato in Giappone. Il massimo della fioritura la dà fra i 20 e i 40 anni di età;
lo Yamazakura: è il “ciliegio delle colline”. Ha petali bianchi allungati che lo fanno assomigliare di più ad una margherita, è maestoso e longevo e il tronco può superare il metro di diametro;
il Kawazuzakura: proveniente da una penisola giapponese del pacifico, ha i fiori di diverse sfumature di rosa, con petali ampi e un po’ arricciati e sovrapposti. Inizia la fioritura già ad inizio febbraio;
lo Shidarezakura: è il bellissimo ciliegio piangente, ha rami ricurvi molto lunghi, fiori rosa pallido e fiorisce da fine marzo a metà aprile. Grazie alla forma dei suoi lunghi rami crea le cosiddette “cascate di fiori”, molto amate;
lo Yaezakura: ogni fiore ha tantissimi petali, tanto da sembrare in pon-pon. Il colore rosa chiaro col centro ciclamino e la sua fioritura è spettacolare, da ammirare a Nagatoro-machi nella Prefettura di Saitama;
il Kanhikazura: è una varietà dai fiori color rosa molto carico ed è una delle varietà rimaste più precoci come periodo di fioritura. È tipica di Taiwan e del Giappone meridionale.


2.4. CURIOSITÀ

L’hanami non è una prerogativa giapponese ormai. È infatti diventata un’usanza anche in molti altri Paesi. D’altra parte il ciliegio è un albero estremamente versatile, e le persone si radunano in occasione della sua fioritura anche in Italia (Roma, Lago dell’Eur), in Finlandia (Helsinki, Roihuvuori Cherry Tree Park), in Danimarca (Copenaghen, giardino botanico), in Spagna (Valle del Jerte in Estremadura) e in diversi Stati degli USA, soprattutto a Brooklyn (giardino botanico) e Washington D.C. (lago Tidal Basin), oltre a molte località del Sud-Est asiatico.

I ciliegi dell’Eur di Roma e quelli di Washington DC sono stati in gran parte donati dal Giappone all’Italia e agli Stati Uniti durante il secolo scorso, come segno di pace fra nazioni.

Ci sono molti fatti curiosi sull’hanami e il sakura. L’hanami stesso cambia nome se festeggiato di notte, e diventa yozakura.

I sakura non solo al centro dell’hanami, ma vengono utilizzati anche per produrre cibi e bevande che spopolano durante tutta la primavera (ma potete trovarli anche in altri periodi dell’anno): potrete gustare il gelato al sakura, con petali e boccioli all’interno, patatine fritte al sakura, drink di ogni genere compreso il Sakura Frappuccino di Starbucks, la Sakura Pepsi, la Red Bull Sakura, il tutto aromatizzato alla ciliegia e dal colore rosato.

Anche le piante stesse sono protagoniste di fatti curiosi. Ad esempio, i sakura della varietà Somei Yoshino derivano per innesto da un’unica pianta: questo significa che tutti i Somei Yoshino hanno lo stesso DNA, e ciò spiega la loro fioritura contemporanea.

In Giappone si trova anche il ciliegio più vecchio del mondo, il Miharu Takizakura. Ha più di 1000 anni e cresce nella Prefettura di Fukushima. In occasione dello tsunami è stato un grande conforto simbolico e di buon auspicio per la popolazione.

Anche le monete celebrano il sakura: i 100 yen hanno un fiore di ciliegio come decorazione distintiva, e lo stesso fiore orna anche stemmi e bandiere dell’esercito.

Il sakura è usato come sfondo di indimenticabili scene in molti film, come Cherry Blossoms, Mulan, film di animazione della Disney e 5 cm per Second, film di animazione giapponese.
Se ne parla anche in diversi manga e libri, uno fra tutti Autostop con Buddha.

E per finire, una nota poetica. Pablo Neruda conosceva bene l’incanto della fioritura dei sakura e in uno dei suoi versi dice: “Voglio fare con te quello che la primavera fa ai ciliegi”.