Le nostre analisi delle curve di luce
1. Introduzione
In questa sezione vengono riportate le analisi delle curve di luce dei transienti che sono stati assegnati a ciascun gruppo di studenti durante il laboratorio del progetto Extras.
Ecco i passaggi che ciascun gruppo ha dovuto svolgere utilizzando l'apposito software.
- Selezionare il candidato transiente assegnato e visualizzare la tabella che riporta i parametri del transiente suddivisi per tipo di rivelatore (PN, MOS1, MOS2) e per banda energetica.
- Leggendo i valori della colonna DET_ML, verificare la validità dei dati riportati in tabella (utilizzabili se la somma dei valori risulta maggiore o uguale a 6)
- Una volta stabilito che i valori sono validi, selezionare le più significative bande energetiche del segnale e i relativi rivelatori
- A questo punto è possibile visualizzare due immagini:
- l'immagine dell'intera osservazione ("SHOW UNFILT.IMA") che però non consente la visualizzazione del transiente, in quanto esso risulta nascosto nel background
- l'immagine del solo intervallo di visualizzazione del candidato transiente ("SHOW FILT.IMA") in cui la sorgente puntiforme appare all'interno di un cerchio.
- Nell'immagine del transiente occorre selezionare l'opportuna dimensione del cerchio che lo contiene e che definisce l'area sulla quale verrà costruita la curva di luce. Il raggio deve essere dell'ordine di 15-20 arcosecondi. Contemporaneamente deve essere selezionata un'area, abbastanza vicina a quella del transiente, in cui non compare alcuna sorgente, al fine di definire il background, in modo da ottenere una curva di luce con contributo del background già sottratto. Il raggio di questa regione deve essere di 40 arcosecondi, in quanto entro queste dimensioni cade il 90% della radiazione.
- Ora è possibile visualizzare la curva di luce che, in caso di transiente, mostrerà un picco racchiuso tra due linee rosse verticali.
- Occorre ora sapere se il transiente in questione corrisponde ad una effettiva sorgente a RX nel cielo oppure se è dovuto ad altre cause. A tale scopo, utilizzando opportuni motori di ricerca e banche dati (es. XMM-Newton Science Archive, o SIMBAD multi-wavelength on-line catalogue), si inseriscono le coordinate corrispondenti al transiente e si cerca l'eventuale controparte ottica della sorgente studiata, ricordando che è accettabile una imprecisione della posizione di circa 2 arcosecondi (dovuta alla sensibilità degli strumenti). Se la controparte ottica esiste, potremmo aver scoperto che emette anche in RX, oppure potremmo esserci imbattuti in una sorgente già nota. In caso contrario, potremmo aver scoperto una nuova sorgente, oppure potremmo avere tra le mani gli effetti di un errore del telescopio.
- Per evidenziare eventuali anomalie del telescopio, occorre cliccare sul pulsante PLOT ATT che mostra le deviazioni in arcosecondi della direzione di puntamento del satellite dalla sua posizione di partenza durante l'osservazione. Deviazioni maggiori di una manciata di arcosecondi potrebbero indicare instabilità di puntamento del satellite durante l'osservazione.