La caduta di Troia: dall'inganno del cavallo alla partenza di Enea

2. La strage e la morte di Priamo

2.2. La fuga e la scomparsa di Creusa

Su invito di Venere, apparsa tra le rovine della città al figlio per dissuaderlo dal continuare a combattere, Enea torna a casa per condurre via con sé i suoi, ma ANCHISE dapprima rifiuta e dichiara di voler morire con la sua patria. Enea sta per tornare in battaglia, ma un prodigio fa cambiare idea al vecchi padre: sulla testa del piccolo Ascanio appare una fiamma, che pur non brucia i capelli né la testa del bimbo. Viene interpretato come un segno divino e ne viene chiesta conferma a Giove, che con un tuono risponde, mandando poi una stella cadente verso il monte Ida. Quella è dunque la via da seguire!

Enea, preso sulle spalle i vecchio padre, per mano il figlio e seguito da Creusa si avvia per uscire dalla città verso il luogo dove ha dato convegno ai servi; ma, giunto al luogo stabilito, non trova più la moglie e , disperato, corre indietro a cercarla. Invano... la città è ormai nelle mani dei Greci e Creusa gli appare, non più viva: ella è ormai un'ombra ed è stata assunta in cielo dalla dea Cibele: lo conforta e gli annuncia il suo prossimo destino "italico"

Enea torna al tempio si Cerere, dove trova molti fuggiaschi, raccoltisi lì per seguirlo: e con essi siavvia verso i monti, verso l'esilio e il suo destino

Cedetti al Fato: presi un collo il padre e mi diressi verso gli alti monti.